Durante la fase di lockdown tra estetisti, parrucchieri e palestre chiuse prendersi cura di se stessi e del proprio corpo può aver comportato qualche difficoltà in più.
Il congelamento improvviso di tutte le attività sociali e di incontro con altre persone, sia per lavoro che per svago, ha senz’altro demotivato alcuni nel continuare a curarsi, senza parlare di tutte le emozioni in gioco in un periodo così surreale sotto svariati punti di vista.

Anche le abitudini alimentari si sono modificate.
Secondo il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) molti hanno consumato maggiori quantità di comfort food (dolci) e vino. Il 44% degli intervistati è aumentato di peso e il 37% ritiene di doversi mettere a dieta. La vita casalinga forzata, sempre secondo il CREA, ci ha però permesso di incrementare anche il consumo di frutta, verdura, legumi e acqua facendo gli spuntini durante la giornata, abitudini vivamente raccomandate da tutti i nutrizionisti.
Di grande importanza c’è anche l’aspetto sanitario, durante il lockdown, così come successivamente, molte persone hanno rinunciato, sospeso o rimandato le cure mediche considerate meno urgenti. Questo a discapito di una diagnosi tempestiva e quindi la possibilità di avere una prognosi positiva.

Con il passaggio alla fase 2 e la ripresa graduale delle routine lavorative e sociali, molti stanno cercando di tornare a prendersi cura di sé come nei mesi precedenti.
Altri invece faticano a ritrovare il giusto ritmo oppure hanno aggravato difficoltà già presenti prima del lockdown.
Ad esempio tutti coloro che soffrono di obesità o disturbi alimentari come il bing eating, l’anoressia o la bulimia si sono trovati costretti in casa con cibi poco salutari sempre a portata di mano, impossibilitati a fare attività fisica, poca o nessuna privacy e a stretto contatto proprio con le relazioni fonte di stress.
Anche chi soffre di disturbi dell’umore o ansia probabilmente avrà visto un aggravarsi delle proprie difficoltà trascurando maggiormente la cura di sé e del proprio stile di vita.
Tra le variabili che senz’altro possono incidere sulla cura di sé c’è anche il fattore economico e le preoccupazioni per il lavoro che è mancato o continua a mancare.
Trascurare il proprio aspetto e avere abitudini alimentari e di attività fisica scorrette influisce moltissimo anche sulla salute mentale e viceversa. Tra i primi segnali di un disturbo psicologico, anche lieve, spesso c’è un calo nella motivazione e nelle abilità di cura di sé.

Mantenere uno stile di vita sano è più complesso di quanto possa sembrare, richiede una buona educazione alimentare, notevoli abilità di organizzazione e gestione (fare la spesa, cucinare, trovare il tempo per fare attività fisica, etc.) oltre a buone abilità di autoregolazione emotiva. Ormai tutti sappiamo quanto le emozioni giochino un ruolo fondamentale nel rapporto con il cibo ma anche con l’attività fisica. Tutto ciò va anche supportato da una buona dose di motivazione e costanza.